Diverse/i ragazze/i impegnate/i in un percorso sulla diversità...
venerdì 10 giugno 2011
Il ricordo di questi 3 anni meravigliosi...
I punti di intercultura nel Pigneto
Ruotalibera che favorisce l'intercultura;
E la bottega del commercio equo-solidale.
mercoledì 8 giugno 2011
Auguri!!!!
giovedì 26 maggio 2011
Interculturando
Quest'anno la nostra classe ha intrapreso un percorso sulla diversità razziale. La scuola ha contattato l'associazione Interculturando affinchè potessimo approfondire il il tema della discriminazione attraverso dei sempilici giochi finalizzati all'apprendimento del vero significato della parola razzismo. L'associazione Interculturando comprende
persone ed identità diverse, che si occupano di educazione interculturale per favorire la coesione sociale. Lo slogan dell'associazione è '' unire senza confondere, distinguere senza separare''. Un'operatrice dell'associazione, di nome Concetta è venuta nella nostra classe nel mese di febbraio le ultime due ore del venerdì, per 3 volte consecutive. L'atteggiamento pacato ma allo stesso tempo coinvolgente di Concetta ha permesso a ciascun alunno di sentirsi a proprio agio e quindi di partecipare attivamente a tutte le attività. Il gioco che ha conquistato di più noi ragazzi è stato quello denominato da tutti ''il gioco della sedia'' che consisteva nel disporci a cerchio al centro dell'aula e scambiarci di posto ogni qual volta il ragazzo al centro del cerchio dichiarava che si dovevano alzare tutte le persone con addosso un determinato indumento che indossava la stessa persona al centro del cerchio. Attraverso ciò abbiamo compreso di avere molte cose in comune tra noi e spesso anche gli stessi gusti. Pensiamo che uno degli obbiettivi dell'associazione sia proprio questo: cercare di far capire a noi ragazzi che alla fine siamo tutti uguali nonostante caratteristiche, passioni e culture diverse e che dobbiamo considerare come punto a nostro favore il fatto di vivere in una società multietnica poichè stare a contatto con persone che hanno usi e tradizioni differenti dalle nostre non fa che arricchire la nostra cultura e ampliare il nostro sapere. Confrontarsi con il diverso ci può dare l'opportunità di conoscere nuovi punti di vista e migliorarci a vicenda, scoprire nuovi modi di vedere la realtà... Tutto ciò l'abbiamo scoperto grazie a Concetta e alle riflessioni a cui ci ha portato alla fine di ogni attività. E' stato un percorso davvero molto formativo ed interessante: questo è quello che è uscito fuori dai nostri commenti. Ecco le nostre opinioni a riguardo:
- - Ho imparato molto da questo laboratorio, soprattutto a conoscere meglio chi mi sta intorno, scoprendo lati del carattere di alcuni miei compagni che prima non conoscevo. Non c’è stato da parte mia un momento di interesse minimo perché mi entusiasmava apprendere cose nuove e i giochi mi suscitavano allegria. (Daniele)
- - Grazie a questo laboratorio ho capito che ogni persona è diversa dalle altre, ma in fondo siamo tutti uguali. Ho appreso anche che bisogna accettarsi per come si è e dobbiamo imparare ad essere sempre noi stessi. Ho avuto anche l’opportunità di conoscere meglio i miei compagni grazie ad Interculturando. (Xin)
- - Da questo laboratorio ho imparato ad abbattere lo stereotipo e a conoscere meglio le persone. Mi sono trovato bene perché l’operatrice Concetta ci faceva sentire a nostro agio. Consiglierei all’associazione Interculturando di migliorare la sua offerta con delle uscite didattiche per andare a vedere i luoghi dove lavorano. (Luca)
Momento del Circle time: parla Concetta dell'associazione Interculturando
Jie, Xin, Flavio e Simone durante il Circle time
- Da questo laboratorio ho imparato che, con persone apparentemente molto diverse da me, ho invece degli interessi in comune, ho imparato che gli stranieri vanno trattati come nostri connazionali perché sono uomini come noi e ho anche capito che colui che ha problemi è chi discrimina e non chi è discriminato! Mi è stato di aiuto il laboratorio poiché ora so qualcosa in più riguardo alla discriminazione e al razzismo e da adesso in poi mi impegnerò a distruggere i miei stereotipi. (Elisa)
- - Per merito del laboratorio Interculturando ho appreso che il razzismo è ingiusto e ho avuto modo di vedere che esistono molte differenze fra noi compagni di classe (passioni, gusti, caratteri), ma nonostante questo abbiamo imparato a non discriminarci. (Nadia)
Articolo di Elisa e Luca
mercoledì 11 maggio 2011
FORSE CRESCENDO CAPIRO'...
A Giugno ci sarà un referendum che porterà il popolo a prendere una decisione importante sulla liberalizzazione dell’acqua e la costruzione di
nuove centrali nucleari. L’acqua potrebbe non essere più un bene pubblico, potrebbe essere gestita quasi interamente da Società private. Quelle stesse Società che attualmente gestiscono le acque minerali. Se così
fosse ci ritroveremo come gli abitanti di Latina. Un sito cita testualmente: “Ce lo rivelano le drammatiche notizie che ci pervengono da Aprilia (Latina) dimostrandoci quello che avviene quando l’acqua finisce in mano ai privati. Acqualatina, che gestisce l’acqua di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300%!"
L’acqua è un bene fondamentale per l’umanità e appartiene a tutti e non è giusto che delle Società diventino padrone del cosiddetto “oro blu” per trarne un guadagno sulle spalle dei cittadini. Per quanto riguarda le centrali nucleari so solo quello che ho visto e sentito alla TV quando il Giappone è stato colpito dal terremoto. Terremoto che a detta degli esperti è uno dei più violenti che ci sia mai stato da quando esistono i sismografi. Quindi mi chiedo: e se noi costruiamo le centrali e viene un terremoto così forte? Che fine facciamo? Non serve l’energia nucleare: abbiamo il sole, abbiamo il vento, perché non li sfruttiamo? Perché invece di buttare milioni di euro per la costruzione di questi “mostri” non li investiamo in pannelli solari, impianti eolici, per la produzione di energia pulita insomma? Forse crescendo capirò il perché, il perché l‘uomo fa di tutto per complicarsi la vita!
Matteo
QUEL GIORNO AL REFERENDUM...
Roma, 3 Agosto 2023
Me lo ricordo ancora quel famoso 12 giugno 2011 proprio come fosse ieri..
Dopo aver consegnato la mia carta d’identità ricordo che entrai nell’unica cabina libera. Davanti a me c’erano una penna ed un foglio. Lessi la prima prerogativa, quella che riguardava il nucleare. Nel momento in cui afferrai la penna, la mia mente mi portò indietro di qualche anno e precisamente al giorno in cui, in terza media parlammo in classe proprio del tema su cui era incentrato il referendum di quel giorno. A colpirmi particolarmente furono le parole di uno scrittore denuclearizzato citate in un articolo che ci aveva portato la professoressa, il quale scrittore raccontava il disastro di Chernobyl vissuto sulla sua pelle in questo modo: <<Il 26 aprile 1986 era esploso il reattore nucleare di Chernobyl. I più giovani non sanno cosa voglia dire. Cosa significhi sentire i contatori Geiger gracchiare e registrare radiazioni provenienti da migliaia di chilometri di distanza. L’onda invisibile esisteva davvero e non potevano far nulla per fermarla. Migliaia di persone furono uccise dalle radiazioni in pochissime ore,tra atroci sofferenze>> Poche parole agghiaccianti che però furono sufficienti per permettermi di formarmi un’idea piuttosto negativa riguardo al nucleare. In quell’istante riflettei sulle conseguenze che avrebbe portato la costruzione di centrali nucleari in Italia e quindi pensai al mio futuro, a quello dei miei figli e a quello delle generazioni successive sulle quali sarebbe ricaduta la scelta che quel giorno del referendum avrebbero fatto milioni di italiani (compresa me). Le centrali nucleari, non lo nego, costituivano una valida alternativa per la produzione di energia e ciò lo confermava anche la Francia, il cui 80% del fabbisogno nazionale energetico era ricoperto proprio dal nucleare, ma a farmi dubitare sull’effettivo vantaggio di costruire le centrali erano le conseguenze che sarebbero scaturite con l’esplosione di anche un solo reattore di esse: tumori, cancri, malformazioni genetiche.. e la catastrofe di Chernobyl insegnava. Purtroppo la gente ha memoria breve. In Italia già si era svolto un referendum sul nucleare nel 1987, tramite il quale però la popolazione italiana aveva deciso di votare contro l’uso del nucleare, spaventati dalla catastrofe avvenuta in Ucraina l’anno precedente. Nel 2011 la storia si stava ripetendo, ma questa volta il Presidente del Consiglio italiano decise di agire con astuzia, cercando di bloccare la costruzione delle centrali non per salvaguardare il popolo dal pericolo delle radiazioni, bensì perché sapeva che gli italiani avrebbero votato in maggioranza contro perché in quello stesso anno si era verificato un cataclisma simile a quello di Chernobyl, questa volta in Giappone. Tra le ‘’pecche’’ del nucleare, oltre alle possibili conseguenze, c’erano anche le scorie: già l’Italia non era in grado di smaltire adeguatamente i rifiuti, figuriamoci le tonnellate di scorie prodotte in continuazione dalle centrali!!! E dove sarebbero andate a finire? Sicuramente nei fiumi o nel mare rischiando di danneggiare l’ecosistema marino, provocando quindi la morte di milioni di pesci perché i depositi di stoccaggio sarebbero stati sicuramente insufficienti. Poi, si sa, è difficile ammetterlo ma l’Italia è sempre stata una nazione in cui si va a risparmio e allora, chi ci avrebbe garantito che le centrali sarebbero state costruite rispettando tutti i criteri di sicurezza e con gli adeguati materiali? L’Italia, come gli USA, puntava al nucleare per ridurre l’emissione di CO2 ma questa, a mio parere, era solo una frottola per convincere la gente a votare a favore del nucleare ed, in particolare, serviva ad ‘’abbindolare’’ i meno informati i quali non sapevano che, soprattutto nella fase di preparazione all’uso del combustibile nucleare, la centrale produce milioni di gas serra nocivi all’ambiente. Far sì che la gente votasse a favore era anche nell’interesse dei grandi gestori che dal nucleare ci andavano a guadagnare con la compravendita di materie prime, primo fra tutti l’uranio. Inutile insistere sul fatto che il nucleare fosse l’unica alternativa attendibile, dovevamo, secondo me, tentare un’altra strada forse più lenta da realizzare, ma certamente più sicura, quella delle fonti rinnovabili: meno giro d’affari dovuto alla compravendita di materie prime poiché quelle utilizzate dalle fonti rinnovabili per produrre energia si trovano in natura, più salute per l’uomo e l’ambiente poiché utilizzare fonti rinnovabili vuol dire emettere un numero ridotto di gas serra rispetto al nucleare … perchè non tentare? Sapevo anche che nel caso in cui avessi votato ‘’sì’’ e una centrale fosse esplosa, avrei avuto sulla coscienza (e, con me, tutte le altre persone che avevano votato a favore) la morte di tantissime persone tra le quali ci potevano essere i miei familiari.
Con decisione votai per l’abolizione delle centrali nucleari. Passai poi all’altra prerogativa del referendum: la privatizzazione dell’acqua. ‘’Vuoi abrogare il decreto Ronchi 17757/1933..’’ diceva il foglio, anche la domanda più corretta da scrivere era: ‘’ Vuoi permettere alle grandi multinazionali di arricchirsi speculando e traendo profitto da un bene comune di prima necessità come l’acqua? L’acqua è il bene universale più prezioso al mondo ed è soprattutto un diritto di ogni cittadino, ricchi e meno ricchi, mentre con la privatizzazione sarebbe diventato solo un privilegio di pochi poiché nel caso in cui qualcuno fosse stato impossibilitato a pagare anche la tassa sull’acqua, addirittura gli avrebbero chiuso il rubinetto. Già mi immaginavo..’’guerra civile scoppiata in Italia per il rincaro dell’acqua’’: queste le testate dei giornali che ci sarebbero state qualche anno più avanti. E che ne sarebbe stato delle persone più povere come gli immigrati o i senzatetto che ogni giorno si abbeverano alle fontanelle pubbliche per i quali quell’acqua è VITA? L’acqua non è una merce! E pensare che qualche ci voleva addirittura togliere il diritto di voto per decidere se l’acqua sarebbe dovuta rimanere pubblica o meno, affermando che la privatizzazione dell’acqua non doveva essere oggetto di referendum, così avrebbero potuto decidere in Parlamento e, la maggioranza, avrebbe votato affinchè divenisse privata! Votai allora a favore dell’acqua pubblica.
Quel famoso 12 giugno fu un giorno importante perché gli italiani votando contro il nucleare e a favore dell’acqua pubblica dimostrarono di essere una nazione capace di ragionare con la propria testa. Ora infatti vivo in una società che prende l’energia da impianti eolici e solari, grazie ai quali l’emissione di anidride carbonica è stata ridotta notevolmente e si respira un’aria più salubre. Soprattutto poi l’acqua è ancora di tutti e tutti si impegnano a non sprecarla.
martedì 26 aprile 2011
Omofobia contro un deputato
giorno 22/04/11
domenica 24 aprile 2011
La mia opinione sul nucleare e sull'acqua privata.
l’acqua potabile. Quindi, invece di porsi problemi sul privatizzare l’acqua, dovrebbero farsi problemi su come far arrivare l’acqua a tutti. Inoltre l’acqua aumenterebbe di prezzo , se privatizzata.
sicura. Costruendo una centrale nucleare si ha il rischio di fuoriuscite di radioattività sia per eventi naturali, come terremoti, sia per motivi artificiali, cioè quei creati dall’uomo, uno di questi può essere un attentato terroristico. Inoltre le centrali nucleari producono scorie altamente radioattive, e per smaltirle ci vogliono molti anni. Le radiazioni provocano leucemie e tumori ma soprattutto mutazioni geneticihe che possono riscontrarsi nelle generazioni successive.
sabato 23 aprile 2011
COME SE ACCAREZZASSE UN LEONE
Nel mondo ci sono molte persone che credono di essere superiori ad altre, perché pensano che quelle persone siano diverse da loro per il colore della pelle, o perché sono su una sedia a rotelle, ma in realtà non è così perché abbiamo tutti quanti un naso, due occhi e quindi dobbiamo avere gli stessi diritti. Tante persone dicono che gli stranieri rubano il lavoro, ma in realtà non è così perché in Italia nessuno ama fare il venditore ambulante, oppure la badante. Poi, riflettiamo un po’: se non ci fossero gli stranieri, chi potrebbe fare il lavoro della badante che è molto utile?
Secondo me i razzisti dovrebbero mettersi nei panni degli stranieri, perché forse essi sono venuti in Italia poiché nel loro paese c’è una guerra, oppure perché non trovano lavoro e devono
mantenere una famiglia.
Dopo, quando hanno speso tutti i loro
risparmi per venire in Italia, credendo che sia un paradiso, gli immigrati trovano le persone che li discriminano o li picchiano.
Secondo me è possibile distruggere il razzismo nel mondo solo in un modo: ogni persona deve conoscere almeno un immigrato e apprendere la sua storia, per capire perché è emigrato in un altro paese, così non penserà più che egli vuole rubare il lavoro agli Italiani. Ma è difficile perché il razzista non vuole conoscere lo straniero, poiché è come se andasse ad accarezzare un leone: ha paura di lui.
Q
uindi dovrebbe conoscerlo prima un suo amico e poi presentarglielo.
Nadia
SPORT, DESPORT, DIVERTIMENTO
Il termine sport deriva dalla parola francese "desport" e cioè "divertimento","svago", e indica l'insieme di tutte le attività fisiche e mentali. Per me lo sport dovrebbe essere occasione di divertimento che favorisca l'integrazione e la socializzazione, invece questo non sempre succede: qualche volta lo sport induce a comportamenti razzisti. Mi è capitato di vedere e leggere sul giornale che alcune squadre di calcio nel loro gruppo hanno giocatori di pelle scura e i tifosi avversari li prendono in giro proprio per il loro colore della pelle. Questi sono episodi, manifestazioni, comportamenti che non si dovrebbero vedere ma neanche sentire negli stadi, invece certe volte sono gli stessi sportivi che hanno comportamenti sbagliati verso i loro cosidetti avversari. Ad esempio l'ultimo derby giocato dalla Roma e dalla Lazio per poco non finiva in rissa, per colpa di alcuni giocatori "isterici" e poco professionali. Per combattere la tendenza a questi comportamenti esistono delle iniziative, ad esempio il commissario tecnico della nostra nazionale di calcio ha stabilito un codice etico, cioè di comportamento, che i giocatori che fanno parte della nazionale devono rispettare. Quest'ultima settimana sono stati espulsi due giocatori che non si sono comportati bene e l'allenatore non li ha convocati nel gruppo. Secondo me i valori che lo sport dovrebbe insegnare sono: la solidarietà, l'amicizia e la fratellanza!
(Irene)
N E A R
N E A R è una associazione di soli ragazzi dai 18 ai 30 anni che hanno scelto di aderire al progetto N.E.A.R. – Network Antidiscriminazioni Razziali, diventando così volontari in prima linea nel lavoro di contrasto ai fenomeni di razzismo, violenza e discriminazione sotto qualsiasi forma.
Il loro obiettivo è quello di diffondere la cultura della diversità come valore e di rimuovere, a partire dalla nostra generazione, gli stereotipi legati all’origine etnica o razziale delle persone.
(documento e testo trovati da Irene in www.retenear.it)
venerdì 22 aprile 2011
Nucleare Sì
giovedì 21 aprile 2011
ACQUA E NUCLEARE: SI' O NO?
Lavoravano a coppia, e solo 1-2 ore per notte. Lo Stato, per pagare meno operai, ne ingaggia di meno, ma finisce per abbassare l’efficienza del lavoro. E la qualità del lavoro non sempre è degna del nostro XXI secolo. Per questo penso che una o più società private possano gestirla egregiamente, abbassando gli sprechi d’acqua, come installare rubinetti alle fontane che fanno scorrere l’acqua solo quando vengono premuti; Diversamente avviene oggi con la gestione pubblica dell’acqua: si perde ben il 36% d’acqua totale dalle reti idriche nazionali. Il prezzo, la bolletta dell’acqua potrebbe subire un aumento più o meno considerevole, ma è un sacrificio che si deve correre. Infatti ad oggi, l’acqua, che è una preziosa risorsa nonché fonte energetica, sta diventando sempre meno rinnovabile. Prevenire è meglio che rimediare.
noi dovremo seguire.
mercoledì 20 aprile 2011
VOTA PER L'ACQUA PUBBLICA
Secondo me voi cittadini dovreste votare per l' acqua pubblica perché l'acqua non si vende e non fatevi portare via l'acqua perché è un bene comune. L'acqua integra il diritto alla vita, è il bene comune per eccellenza. Trasformare l'acqua in una merce e privatizzarne la gestione è un delitto contro i popoli. Nei giornali questo argomento viene affrontato poco ma dovrebbe interessare a tutti. Perché deve essere data ad un privato la possibilità di arricchirsi mediante la gestione di un bene pubblico fondamentale per tutti noi? Mettete anche voi la bandiera con su scritto "Due sì per l'acqua bene comune".
Per finire quando vi chiederanno sì o no, mettete una croce sul sì!
Irene
martedì 12 aprile 2011
ARCI
L'ARCI (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana) è un'associazione di promozione sociale italiana. Ha la sua sede nazionale a Roma ed è un’associazione
di promozione sociale ai sensi della Legge 383/2000. Arci fonda le sue radici nella storia del solidarismo italiano. Arci si riconosce nei valori democratici nati dalla lotta di liberazione contro il nazifascismo, valori che trovano piena affermazione nella Costituzione repubblicana. Arci si richiama, inoltre, alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ed alla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia dell'ONU ed opera in contesti locali, nazionali e internazionali per l'affermazione degli stessi; partecipa alla costruzione dell'Europa delle cittadine e dei cittadini.
(documento e testo trovati da Irene in www.arci.it)
sabato 9 aprile 2011
Lo stereotipo più diffuso? ''Immigrati pericolo''
Non dobbiamo andare molto lontano per poter constatare la diffidenza e l’ostilità che mostrano i nostri connazionali nei confronti di chi viene considerato ‘’diverso’’ perché proveniente da un altro Paese. Basta infatti scendere in strada a fare una passeggiata e notiamo subito scritte cubitali sui muri, testimonianza di questa grande ostilità: <<A fuoco la rom>> o ancora <<Romania merda!>> e chi pi ne ha più ne meta perché ce ne sono un’infinità. Ovviamente l’ostilità non si limita a scritte (che sarebbe il problema minore. Quante volte sui giornali notiamo prime pagine dedicate a reati commessi da stranieri che vengono ingigantiti all’ennesima potenza e che tirano in ballo puntualmente il problema dell’immigrazione, il quale viene considerato come uno dei problemi maggiori del nostro Paese. Lo stesso reato, mi sembra inutile dirlo, se fosse stato commesso da un italiano sarebbe passato in seconda pagina.
I giornalisti, i mass-media contribuiscono alla diffusione fra la popolazione della diffidenza, addirittura giustificandola ed incitandola perché, secondo loro, gli immigrati sono una categoria dalla quale ci si deve difendere. Ne abbiamo avuto la dimostrazione anche recentemente nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio , quando è stato arrestato un marocchino, che si è rivelato poi innocente, e gli abitanti di Brembate (il paese della ragazza uccisa) erano già pronti in strada con un cartello razzista: ‘’fuori i marocchini da Bergamo’’. Ora gli immigrati costituiscono quindi una specie di capro espiatorio , qualcuno a cui attribuire immediatamente tutte le colpe di un determinato fatto avvenuto, senza sapere. Gli immigrati sono considerati un pesante fardello, quasi una disgrazia capitata all’Italia che è costretta ad accogliere queste persone con religioni, culture e tradizioni diverse dalle nostre. Io credo che bisognerebbe cominciare a riflettere su ciò che facciamo, dovremmo rimuovere dalla nostra mente lo stereotipo di ‘’immigrati pericolo’’ o “immigrati ladri e omicidi’’ … ed iniziare a considerare l’ipotesi che l’immigrazione possa essere anche una fortuna per noi italiani perché abbiamo la possibilità di integrare la nostra cultura con una diversa, conoscere nuovi usi, apprezzare altre tradizioni. Purtroppo tutto ciò non credo sia possibile in un mondo futuro poiché è come una miccia, ormai innescata, che si dilaga sempre di più e sempre più in fretta. Ormai l’uomo si è formato già la sua idea riguardo agli stranieri grazie a riviste, trasmissioni televisive, giornali ed in molti casi anche grazie alle istituzioni pubbliche e non credo possa cambiare idea nonostante l’intervento di numerose associazioni e organizzazioni che si occupano proprio dello sgretolamento degli stereotipi e dell’integrazione degli immigrati. Grazie alla forza di volontà si potrebbero ottenere molti miglioramenti, ma è questo che manca ormai, la voglia di cambiare migliorare poiché si è persa la speranza. Viviamo in una società cinica dove ognuno pensa a se stesso, una società che ci ha portato ad avere una visione negativa del mondo e di ciò che ci circonda, quindi l’uomo pensa solo a difendersi da tutto e da tutti e non è proteso a fare amicizia e conoscere il ‘’diverso’’.
Elisa
giovedì 7 aprile 2011
Oltre il danno, anche la beffa!!
L'articolo che abbiamo letto in classe sulla morte di 150 immigrati che giungevano in Italia a bordo di un barcone a causa del ribaltamento in mare di quest'ultimo, ci aiuta a comprendere quanto queste persone debbano affidare la propria vita completamente in mano al destino e di quanto siano sfortunate già ''di per sè''. Ma, come si dice, ''oltre il danno, anche la beffa'' infatti l'articolo ha avuto commenti piuttosto razzisti e cinici da parte di qualcuno che, indignato per la cattiva situazione in cui versa l'Italia negli ultimi tempi (numero di disoccupati arrivato alle stelle, poca sicurezza nelle strade..) ha incolpato proprio gli immigrati di rubare il lavoro agli italiani, accusandoli di essere addirittura più favoriti a trovare un lavoro rispetto ad un italiano laureato. Non solo, c'è anche chi vorebbe che morissero tutti gli immigrati che vengono qui in Italia. Già devono subire nel loro Paese la guerra, la fame e la povertà, non sanno nemmeno se arriveranno sani e salvi in un'altra nazione per cercare una vita migliore e c'è anche chi si permette di usarli come capro espiatorio del malcontento italiano. Ora mi chiedo: la cattiveria umana avrà un limite?!
Elisa
mercoledì 6 aprile 2011
CortiGiano Giovani.
Abbiamo partecipato ad un concorso di cortometraggi, organizzato da una associazione di nome CortiGiano Giovani e siamo arrivati tra i sette finalisti.
Sabato 26 e domenica 27 Marzo si sono tenute la proiezione e le premiazioni dei corti vincitori.
Sabato 26 hanno proiettato i corti finalisti. Incredibile: tra quei sette c’era il nostro corto, non potevamo crederci! In questa giornata ci siamo divertiti molto; all’inizio avevamo paura che il nostro fosse il piu brutto, ma con il passare dei minuti, questa paura è scomparsa.
Domenica 27 è stato il giorno più importante, dato che c’erano le premiazioni. Appena arrivati eravamo molto agitati e più si avvicinava il momento in cui avrebbero rivelato il nome del cortometraggio vincitore, più questa agitazione saliva…
Alla fine non abbiamo vinto… Va bene, l’importante è partecipare e questo evento ci ha spronato a continuare e a girare i nostri corti sempre meglio. Comunque ci ha fatto piacere sapere che la nostra prof. e la nostra preside sono orgogliose di noi!
LA PROSSIMA VOLTA VINCIAMO !!!!!!
Lollo & Daniele Pieretti .
lunedì 4 aprile 2011
Riforma Gelmini ai danni dei disabili
mercoledì 23 marzo 2011
FIN DOVE ARRIVA LA LIBERTA' DELLE NOSTRE CONVINZIONI?
(Kevin)
Inghilterra, vittoria legale di una coppia gay:
"discriminati da albergatori cristiani"
Diverse le reazioni alla sentenza del giudice Rutherford. John Wadham, direttore della Commissione per l’uguaglianza e i diritti umani, sostenitrice della causa di Hall e Preddy, ha affermato che “Praticare la propria religione e vivere secondo le proprie convinzioni è uno dei diritti fondamentali della persona, così come lo è non essere cacciati da un albergo in ragione della propria omosessualità”.
L’attivista per i diritti umani Peter Tatchell ha dichiarato che “Sebbene ognuno abbia diritto alle proprie convinzioni, nessuno può porsi al di sopra della legge”, precisando che ai credenti non dovrebbe essere permesso di usare la religione quale pretesto per discriminare gli altri.
Soddisfazione è stata espressa anche da Ben Summerskill, direttore generale di Stonewall, organizzazione per la difesa dei diritti di lesbiche, gay e bisessuali: “Non si può cacciare una persona da un hotel perché ebrea o di colore, né si può nel 2011 umiliare una persona cacciandola a causa della sua omosessualità”.
Sul versante opposto Mike Judge, del Christian Institute, ha sostenuto che la sentenza “dimostra una volta di più come le leggi sull’uguaglianza vengano usate come una spada invece che come uno scudo” e che in questo modo “i cristiani vengono marginalizzati”.
Dal canto loro i coniugi Bull hanno puntualizzato di aver seguito semplicemente le loro convinzioni, senza essere mossi da ostilità nei confronti di nessuno, tuttavia, come ha spiegato Dominic Casciani nella sua analisi, quando le convinzioni o azioni personali ledono il diritto altrui a vivere la propria vita, allora secondo la legge si è in torto.