lunedì 28 febbraio 2011

PROPOSTE SUL TITOLO DEL PROSSIMO FILM !!!

salve, ragazzi, qualcuno ha delle proposte da fare sul titolo del prossimo film della IIID creato da Lollo King????

Il film parla di due gruppi di ragazzi, un gruppo è composto da ragazzi gay e l'altro è composto da ragazzi etero, che dopo vari episodi divntano amici.....
quindi, se a qualcuno vengono delle idee proponetele !!!!

sabato 26 febbraio 2011

Notizia recente su un caso di discriminazione

Introduzione di Elisa :
<<Spesso di atti discriminatori sono protagonisti anche persone che avrebbero invece proprio il compito di eliminare la discriminazione, come una dirigente scolastica in questo caso, e dare la possibilità a tutti gli studenti di essere trattati alla pari. Per una volta però, fortunatamente, i fatti ci dimostrano che la solidarietà e l’amicizia hanno superato ogni ingiustizia.>>
Ed ora ecco l'articolo...
Lo studente Down? «Escluso dalle gite»
E la classe si ribella

«Se non può venire lui alla gita, non verremo neanche noi». Non c’è età per ribellarsi a un’ingiustizia, come insegnano gli alunni d’una scuola media di Catanzaro che hanno protestato contro la dirigente scolastica, la quale non voleva autorizzare la partecipazione alle uscite d’un compagno di classe affetto da sindrome di Down. L’episodio, risalente a una decina di giorni addietro, è stato reso pubblico dall’avvocato Ida Mendicino, responsabile del Coordinamento regionale per l’integrazione. Tutto comincia a gennaio, quando la dirigente si rifiuta di far partecipare Tommaso (il nome è di fantasia) a una giornata d’orientamento in un istituto superiore, perché «non c’era nessuno per accompagnarlo».

La dura protesta della mamma di Tommaso, che aveva quasi occupato la presidenza dell’istituto, provoca l’arrivo delle forze dell’ordine. Quando gli animi si calmano la situazione sembra rientrata. Invece, ricostruisce l’avvocato Mendicino, una decina di giorni fa la dirigente manifesta ai docenti «l’intenzione di non autorizzare in futuro alcuna uscita dello studente affetto dalla sindrome di Down». E si reca nella classe del quattordicenne chiedendo ai compagni di non fargli sapere le date di future gite e uscite, motivando la richiesta con «la scarsa capacità dello stesso ad apprendere a causa della sua infermità genetica». Le parole della preside provocano la reazione dei ragazzi, cui dà voce un’adolescente: la ragazza assicura che avrebbero preferito rinunciare tutti alle gite pur di non veder discriminato il loro compagno.

Nei giorni successivi il nuovo episodio viene a conoscenza dei familiari di Tommaso, che ne informano il Coordinamento regionale per l’integrazione. Immediata la reazione: «Si tratta di un importante segnale di cambiamento in una generazione spesso tacciata d’eccesso d’individualismo e scarso senso di solidarietà – spiega l’avvocato Mendicino –. Un applauso ai ragazzi dell’istituto comprensivo di Catanzaro, che si sono dimostrati vera speranza di maturazione del tessuto sociale rispetto agli esempi che spesso provengono dal mondo dei grandi».

La Mendicino, che è pure consulente nazionale dell’Associazione sclerosi tuberosa, chiarisce che del caso sono stati informati l’Ufficio scolastico regionale e quello provinciale, oltre al ministero dell’Istruzione. E fa notare che proprio nelle ultime settimane, periodo tradizionalmente dedicato all’organizzazione delle gite scolastiche, sono molti i casi simili segnalati in tutta Italia. «Molte volte i pullman non sono dotati dei sollevatori per caricare le carrozzelle, ma spesso i problemi sono provocati dalla mancanza dell’insegnante di sostegno. La normativa – conclude la professionista – prevede che chiunque nell’istituzione scolastica possa rendersi disponibile per accompagnare un disabile. Nelle scuole superiori può farlo anche uno studente maggiorenne». Ma quanti lo sanno?


martedì 22 febbraio 2011

Nuove proposte

Ragazzi, che ne dite di ricercare ora nuove poesie che riguardano la discriminazione?? Dai, abbiamo scritto testi, visto films,...ci mancano le poesie!!!!

domenica 20 febbraio 2011

DIRITTI UMANI NON RISPETTATI

Nel 1948 l’ONU emanò la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Pare che in Italia i diritti umani vengano ben rispettati, ma purtroppo non è sempre così. Mi riferisco agli ultimi articoli della Dichiarazione: “Ogni individuo ha diritto al lavoro, ... ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro” (23° Art.), “Ogni individuo ha il diritto al riposo” (24° Art.); “Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente ... ed ha
diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione
(25° Art.).
Questi diritti non vengono sempre esercitati qui in Italia, lo dimostra una mia esperienza personale. Successe anni fa perciò non ricordo la data precisa. Un giorno vidi una fabbrica tessile “formato tascabile” situata in Via Castruccio Castracane. Sentii da alcuni che lì dentro riparavano bene gli indumenti, allora in uno di quei giorni avevo portato da loro un paio di pantaloni strappati per provare a ricucirli. Quando entrai nel locale, vidi
che erano tutti Cinesi; alcuni lavoravano, altri riposavano. Mentre aspettavo
che quelli, che cucivano con apposite macchine i miei pantaloni, finissero il
lavoro, iniziai a parlare con alcuni che stavano riposando. Sarà che sono cinese come loro, ma quelle persone parlarono volentieri con me. Non si poteva dire che erano a corto di argomenti. Venni a sapere che tutti loro venivano da Qintian, lo stesso paese di un mio compagno di classe (Xin, c’hai compagnia. Eh eh!). Erano in Italia per cercare fortuna, invece avevano trovato “rogna & sfiga”: per loro partire per l’Italia era stata la peggiore decisione mai presa, non avrebbero mai guadagnato abbastanza, nemmeno per il biglietto aereo di una persona. Mi stavo chiedendo il perché, quando i cucitori finirono le rammendature dei miei pantaloni. L’operazione mi costò soli 5€. Ecco perché rimanevano poveri: a forza di aver poca clientela, loro avevano abbassato a dismisura i loro prezzi, ma ciò non era sufficiente; si sa, pur di sopravvivere si fa di tutto.
Sfortunatamente si tratta solo di uno dei numerosi casi di violazione dei diritti umani. Ovviamente il fatto che simili episodi siano comuni non li giustifica affatto, anzi la stampa dovrebbe interessarsi maggiormente di questi casi, potrebbe benissimo occuparsene, se solo ne riconoscesse l’importanza. O forse, a prendersene cura dovrebbe essere il governo?
Jie

giovedì 17 febbraio 2011

I DIRITTI SONO DAVVERO DI TUTTI?

<<Tutti sono uguali dinanzi alla legge, e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un’eguale tutela da parte della legge>> : queste sono le parole recitate nel settimo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo redatta dall’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) di cui l’Italia
fa parte. Ma è proprio vero che siamo considerati tutti uguali davanti alla legge? E’ vero che questi diritti vengono realmente rispettati? Purtroppo no, non sempre vengono rispettati, e ciò accade spesso anche nel nostro Paese. 
Un caso di violazione dei diritti, ed in particolare del diritto all’uguaglianza di fronte alla legge, è avvenuto proprio il 2 febbraio scorso quando è stata presentata alla Camera una proposta di legge che reca il titolo ‘’modifiche alla parte seconda della Costituzione
per assicurare la governabilità del Paese’’ e che prevede la sospensione delle indagini e dei processi  a carico del premier Silvio Berlusconi fino alla scadenza della sua carica di Presidente del Consiglio. Ed ecco qui che viene violato l’articolo poiché si considera Berlusconi un uomo privilegiato data la sua mansione, e non siamo più allora tutti uguali davanti alla legge. Secondo me, se un uomo ha commesso dei reati è giusto che paghi per questi e non conta più il ruolo che una persona riveste,
perché in primo luogo Berlusconi è un uomo come tutti che ha commesso delle determinate azioni scorrette e deve essere punito come verrebbe punito un cittadino qualunque. Anche in questo caso assistiamo ad una forma di discriminazione e ingiustizia verso chi non ha abbastanza soldi e potere per permettersi con una legge di non partecipare ai processi a suo carico, o di rinviarli. Un altro
caso, più vicino a noi, è accaduto nel 2007 quando è stata uccisa preterintenzionalmente nella metropolitana di Roma una ragazza italiana in una lite con un’immigrata rumena di nome Doina Matei (una ragazza appena maggiorenne con una vita difficilissima alle spalle che l’aveva costretta a prostituirsi). Contro la rumena si accanirono tutti i giudici facendola arrestare e condannandola al massimo della pena, 16 anni di carcere. Non le fu riconosciuta nessun’attenuante e le furono applicate tutte le aggravanti. Tutto ciò nonostante vari testimoni confermassero la casualità della lite e della colluttazione (la morte fu causata dalla punta di un ombrello conficcato in un occhio) e l’autopsia della ragazza uccisa confermò che quest’ultima fosse sotto l’effetto di un’ampia dose di cocaina, morfina e metadone ed ebbe la peggio in una rissa della quale era responsabile anche lei E questo non è forse razzismo? Anche qui si conferma il fatto che non veniamo trattati tutti in egual misura dinanzi alla legge. I giudici, infatti, avevano già condannato la ragazza rumena etichettandola con lo stereotipo di ‘’prostituta romena’’ pericolosa ed inaffidabile. Anche i giudici che dovrebbero essere imparziali hanno dei forti pregiudizi che si vanno ripercuotendo sul lavoro, tutto a scapito degli immigrati e della gente più indifesa. Si dice che la speranza sia l’ultima a morire e allora non ci rimane altro che sperare che i pregiudizi e gli stereotipi vadano scemando e che ritorni nel nostro Paese un po’ di giustizia, ma questa volta quella VERA.
Elisa

domenica 6 febbraio 2011

VIA CON LE PROPOSTE!

Cari tutti, dato l'esito del sondaggio, la prossima pagina del blog verrà dedicata ai film che trattatano il tema della discriminazione. Iniziate a consigliare titoli di film per il nostro imminente cineforum! Via con le proposte...

sabato 5 febbraio 2011

A pensare...

Oggi parliamo e sentiamo parlare, sempre, di immigrati “clandestini” che uccidono, rubano e stuprano gente. Noi discriminiamo sempre questa parte della societa’, queste persone, perche in televisione e nei giornali sentiamo e leggiamo sempre fatti di cronaca che “infangano” la loro
reputazione e non ci fermiamo mai a pensare…
A pensare… che il nostro Stato, come qualunque Stato, respinge gli immigrati dal nostro paese per paura che diventino un peso economico, quindi fanno di tutto per respingerli e farli cacciare.
A pensare…  che i mass media sono controllati dal governo o da persone che respingono gli immigrati, quindi, se gli Italiani uccidono 10 persone, e gli immigrati ne uccidono 5, fanno arrivare alle nostre orecchie, grazie ai mezzi di comunicazione, solo i 5 omicidi degli immigrati…
A pensare… che anche noi Italiani una volta siamo stati immigrati e che gli U.S.A. allora ci trattavano come noi trattiamo gli immigrati nel nostro paese…
A pensare… che quando noi eravamo immigrati eravamo costretti a fare lavori umili e a volte molto faticosi.
A pensare… che eravamo discriminati, ma non solo dagli Americani, ma anche dagli altri Europei, trasferitisi là tempo prima.
A pensare… che ci davano dei nomignoli dispregiativi come “dago, Mafia-men e maccheroni”.
A pensare… che eravamo reputati come mafiosi, mangia pizza e non vedevano l’ora che noi cene andassimo.
A pensare… che forse la gente dovrebbe pensare un po’ di piu’ e discriminare un po’ di meno.
Lollo

giovedì 3 febbraio 2011

NOMIGNOLI DISCRIMINATORI

A questo proposito vorrei poter dire “Non è problema mio! Non m’interessa!” ma non posso. Non sul tema.
Non sono Italiano e quando ho traslocato nella mia odierna casa il vicino ha minacciato di denunciare tutta la mia famiglia, solo perché gli abitanti prima di noi, in quella casa, erano anarchici ed erano dei Cinesi come noi. Quel vicino era, per di più, un carabiniere. Bell’esempio dà questo bellimbusto, ai suoi colleghi! Comunque, per il voto (minimamente alla sufficienza, dai) sono andato su www.orda.it/rizzoli/stella/nomignoli/nomignoli.spm a vedere i soprannomi che venivano dati agli Italiani, quando ci fu un boom di emigrazioni dall’Italia verso l’estero: tipo “Bolanderschlugger(mangiapolenta)” in Germania, "Dago” (they go, se ne vanno; l’origine è incerta) un po’ dappertutto, poi negli Stati Uniti “Italiani negri(boooh c’hanno bozzato!)” anche se non è vero, almeno secondo me. Ma il
peggio era “Rital” (italiano di Francia), che stava per “italiano che non riesce a pronunciare l’r moscia”. Ma senti chi parla: Francesi che hanno l’r moscia e non solo!

Io penso che quelli che davano soprannomi esageravano, ma penso anche che gli emigrati italiani si comportavano in maniera antipatica, se no non si beccavano tali soprannomi. Non così tanti. Qualunque sia il caso però, non era e non è il caso di dare soprannomi agli stranieri, immigrati e non. Anzi, gli Italiani oggigiorno dovrebbero essere felici degli immigrati che arrivano: aggiungono all’Italia un tocco di multietnicità. E poi, l’Italia è
troppo piccola e poco importante nel mondo per far prediche agli altri: ma che sei, gli Stati Uniti?! Ma nemmeno loro devono comportarsi così. NESSUNO.
Jie

martedì 1 febbraio 2011

ITALIANI IMMONDIZIA

 Anche gli Italiani sono stati un popolo di migranti. La maggior parte andava in America. Funzionava così: gli Italiani per andare in America faticavano molto per permettersi il biglietto, ma non è finita qui! Dovevano fare un lungo viaggio in una nave dove vivevano per giorni in una situazione di scarse condizioni igieniche e potevano così contrarre delle malattie. Una volta arrivati a destinazione, poi, dovevano fare dei test per verificare il loro stato di salute. Chi aveva una malattia doveva ritornare in Italia, perché il governo Americano non voleva “pesi sociali”. Chi invece risultava idoneo e poteva rimanere negli USA, doveva però sopportare il razzismo degli Statunitensi nei confronti degli Italiani. Gli Americani infatti facevano battute su di loro come: “Come mai ai funerali italiani portano la salma soltanto in due?” “Perché i bidoni dell’immondizia hanno solo due maniglie”. O quando vedevano un Italiano per strada che racimolava un po’ di soldi suonando un organetto dicevano: “E’ un’era di macchine infernali, ma questa è la peggiore di tutte”.
Insomma gli Americani non erano felici quando andavamo lì.
Simone