Andiamo... DIRITTI al cinema

TEMPI MODERNI
"Tempi moderni" potrebbe sembrare un film divertente, ma in realtà approfondisce una tematica sociale con una buona dose d' ironia. Charlie Chaplin è un operaio, costretto ad uno squallido lavoro in fabbrica ad una catena di montaggio, con ritmi di lavoro aberranti, senza pause. Buffe e preoccupanti sonno le sue movenze condizionate dal ritmo forsennato del nastro che scorre impassibile rendendo la mente inerme e il corpo una marionetta. Viene scelto per provare un aggeggio infernale che avrebbe abolito persino la pausa pranzo, un improbabile attrezzo capace soltanto di far finire la minestra, anziché nella sua bocca nei suoi vestiti. Alienato,sconvolto, ridotto ad un automa, viene ricoverato in un ospedale: abituato ad avvitare bulloni, tenta di avvitare i bottoni di una gonna di una distinta signora che, credendolo psicopatico, chiede il soccorso dei medici. Uscito dal manicomio, viene scambiato per il capo di un gruppo di rivoltosi e a causa dell'equivoco, viene tradotto in carcere dalla polizia. Un momento tragico,  che invece nel film viene reso  comico: dopo l'assunzione di una sostanza stupefacente, incredibilmente, il protagonista riesce  a sventare un  tentativo di fuga da parte di alcuni galeotti. Viene così premiato con la concessione della libertà. le sue avventure proseguono numerose, alla costante ricerca di un lavoro migliore . Ora però non è più solo, condivide la sua misera condizione con una compagna di viaggio,  disperata e sfortunata almeno quanto lui. E finalmente un colpo di fortuna: viene assunto nel locale dove lavora la sua amica,in qualità di cameriere-cantante. E finalmente, questo film muto, in bianco e nero e sottotitolato prende voce: è il protagonista che cantando allieta il pubblico. Il sogno però finisce presto, i due sono di nuovo senza lavoro. I tempi moderni sono per Chaplin  comicamente tragici; in modo esasperato e caricaturale affronta il gravoso problema della disoccupazione, della sopravvivenza e delle disumane condizioni di vita degli operai. La fine del film, per fortuna ha lasciato in me il sapore della speranza: il protagonista, non più solo, si avvia fischiettando in una strada sgombra da ostacoli, lasciando intendere che il futuro potrebbe essere migliore. Nell' 800 sorsero le prime industrie e con loro nacque il problema dello sfruttamento e della tutela dei lavoratori che erano completamente privi di diritti. gli operai infatti erano costretti a lavorare come bestie, in ambienti malsani, in condizioni di pericolo e con orari disumani. Ovviamente i datori di lavoro sfruttavano a loro favore l'ignoranza e il bisogno di questa povera gente, disposta a tutto per assicurarsi un minimo sostentamento. Gli operai a quei tempi erano privi di qualsiasi dignità sociale e morale. Mancava una legislazione che facesse rispettare i diritti dei lavoratori; mancava una coscienza di classe, acquisita col tempo anche grazie alla nascita dei sindacati. Molto tempo dovrà trascorrere e molte dure lotte per ottenere quello di cui oggi possiamo godere: lavorare è un dovere ma anche un diritto e il grado di civiltà di nazione si riconosce anche da questo
Lorenzo D'Urso
HOTEL RWANDA
Il film è piuttosto cruento e narra una storia vera. Protagonista del film è l'eroismo di un uomo che trasforma la paura della gente in speranza e amore. Egli, Paul, lotta contro il dolore della gente Tutsi, etnia del Rwanda; dolore causato dalla follia e dal fanatismo del gruppo etnico rwandese Hutu. Questi provocano un vero e proprio genocidio considerando i Tutsi sporchi e infestanti come “scarafaggi”. La violenta carneficina fa nascere la solidarietà tra Paul e i dipendenti dell’albergo di cui è direttore: essi accolgono nel loro hotel i Tutsi che sfuggono allo sterminio Hutu.
Provoca rabbia il volto razzista degli Europei che ignorano queste persone che stanno per morire, portando a casa solo i propri connazionali soggiornanti nell’hotel.
Paul trova il coraggio e la speranza per affrontare tutto questo e alla fine vi riesce conquistando, per lui e per la gente Tutsi, un posto in una parte del mondo libera e pacifica.
Xin
Diverso da chi?
Il film si intitola ‘’Diverso da chi?’’ ed ha come protagonista un  candidato sindaco di un paese del nord Italia, di nome Piero, con qualche difficoltà a farsi accettare dagli abitanti perché con una concezione dell’amore un po’ diversa dalla nostra tradizionale fra uomo e donna: Piero infatti è gay. La sua omosessualità crea dei disaccordi con Adele, la sua candidata vice, una signora tutto d’un pezzo, appartenente al partito del Grande Centro, che presentava un programma elettorale completamente incentrato sulla famiglia, a differenza di Piero che testimoniava il ‘’diritto alla diversità’’. A trovare un rimedio è Remo, il compagno di Piero, l’uomo con cui quest’ultimo era sposato (non ufficialmente, avevano infatti solo un documento che certificava la loro convivenza da ben 14 anni) il quale fornisce a Piero qualche consiglio su come appianare i rapporti con la centrista per stabilire il ‘’feeling’’ necessario in campo di politica, adatto a convincere gli abitanti affinché votino il loro partito. Devono quindi trovare un compromesso a tutti i costi e Remo spinge Piero ad invitare la sua rivale a trascorrere un pomeriggio si shopping fra i negozi del paese. E’ proprio qui che i due si confidano l’un l’altra e scoprono ‘’pezzetti di puzzle’’ della vita di entrambi che non conoscevano e che non avrebbero mai immaginato. Piero infatti scopre che Adele è divorziata e non può avere figli (pesante condizione della natura da accettare per una donna) e lei invece scopre che Piero non aveva avuto una gioventù felice per via della sua omosessualità, motivo di contrasti frequenti fra lui e il padre che diceva <<meglio morto che con un figlio gay>>.<E’ dunque grazie alla conoscenza reciproca che comprendono di avere più punti in comune e diventano degli ottimi collaboratori. Piero inizia a ‘’corteggiare politicamente’’ la sua vice, ma la situazione gli sfugge di mano poiché i due avvertono un’attrazione fisica reciproca. Con questa relazione segreta infrangono gli ideali e i valori in cui avevano creduto fino a quel momento. Piero era dichiaratamente gay e gli sembrava impossibile che fosse attratto da una donna e fosse quindi divenuto bisessuale e Adele rinnega se stessa  e le proprie convinzioni andando con un gay, lei che era così fermamente convinta nel contrastare il divorzio e tutto ciò che non è una famiglia tradizionale. Tutto questo porta Piero ad uno stato confusionale poiché si rende conto di appartenere a più categorie e quindi a più etichette e deve rimuovere il pregiudizio che ha nei confronti delle donne. Il suo amore per Remo però è ancora acceso e, dopo il tradimento, si sente in dovere di raccontare al compagno di una vita, l’accaduto. Remo all’inizio, tradito e ferito, abbandona Piero con la promessa che non avrebbe più messo piede in quello che loro consideravano il loro <<nido d’amore>>. Piero però, senza Remo si rende conto di non saper stare e va in ginocchio da lui implorandolo di tornare a casa. Remo, ch è un  uomo comprensivo e dal cuore grande, ritorna fra le braccia di Piero perché anche lui è ancora molto innamorato di quest’ultimo. Stabilitasi finalmente un po’ di pace, arriva la notizia che Adele è incinta di Piero e questo turba di nuovo gli animi di tutti e tre. Piero ama Remo, ma anche Adele e non vuole che suo figlio cresca senza un padre. A prendere la decisione finale sarà l’uomo con le idee più chiare cioè Remo che deciderà di accettare il bimbo come fosse suo figlio e convincerà Piero e Adele a formare una famiglia ‘’a tre’’. I due candidati politici alla fine riescono anche a vincere le elezioni, battendo l’altro rivale politico di destra che invece proponeva la sicurezza agli abitanti attraverso la costruzione di un muro il quale verrà subito abbattuto dopo la vincita di Piero e Adele.
Nonostante io avessi pregiudizi nei confronti delle coppie gay perché ritenevo quest’ultime inadatte a formare una famiglia, questo film è riuscito, in parte, a farmi cambiare idea con la domanda che si è posto Piero ripetutamente durante il corso del film: ‘’ma diverso da chi?’’. Ora infatti ho capito che forse anche due uomini potrebbero essere un’ottima famiglia per un bambino, donandogli le stesse attenzioni di una famiglia tradizionale, Il problema forse si pone quando il bambino verrà discriminato proprio a causa della sua famiglia diversa ed ecco che ritorna quindi l’importanza di abbattere le nostre ‘’barriere mentali’’. Trovo ingiusto trovare su internet come sinonimo di gay, travestito, invertito, diverso e come suo contrario,normale perché questo invece di abbattere lo stereotipo incita ancora di più il considerare gli omosessuali pelle persone anormali e diverse da noi.
Elisa