giovedì 17 febbraio 2011

I DIRITTI SONO DAVVERO DI TUTTI?

<<Tutti sono uguali dinanzi alla legge, e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un’eguale tutela da parte della legge>> : queste sono le parole recitate nel settimo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo redatta dall’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) di cui l’Italia
fa parte. Ma è proprio vero che siamo considerati tutti uguali davanti alla legge? E’ vero che questi diritti vengono realmente rispettati? Purtroppo no, non sempre vengono rispettati, e ciò accade spesso anche nel nostro Paese. 
Un caso di violazione dei diritti, ed in particolare del diritto all’uguaglianza di fronte alla legge, è avvenuto proprio il 2 febbraio scorso quando è stata presentata alla Camera una proposta di legge che reca il titolo ‘’modifiche alla parte seconda della Costituzione
per assicurare la governabilità del Paese’’ e che prevede la sospensione delle indagini e dei processi  a carico del premier Silvio Berlusconi fino alla scadenza della sua carica di Presidente del Consiglio. Ed ecco qui che viene violato l’articolo poiché si considera Berlusconi un uomo privilegiato data la sua mansione, e non siamo più allora tutti uguali davanti alla legge. Secondo me, se un uomo ha commesso dei reati è giusto che paghi per questi e non conta più il ruolo che una persona riveste,
perché in primo luogo Berlusconi è un uomo come tutti che ha commesso delle determinate azioni scorrette e deve essere punito come verrebbe punito un cittadino qualunque. Anche in questo caso assistiamo ad una forma di discriminazione e ingiustizia verso chi non ha abbastanza soldi e potere per permettersi con una legge di non partecipare ai processi a suo carico, o di rinviarli. Un altro
caso, più vicino a noi, è accaduto nel 2007 quando è stata uccisa preterintenzionalmente nella metropolitana di Roma una ragazza italiana in una lite con un’immigrata rumena di nome Doina Matei (una ragazza appena maggiorenne con una vita difficilissima alle spalle che l’aveva costretta a prostituirsi). Contro la rumena si accanirono tutti i giudici facendola arrestare e condannandola al massimo della pena, 16 anni di carcere. Non le fu riconosciuta nessun’attenuante e le furono applicate tutte le aggravanti. Tutto ciò nonostante vari testimoni confermassero la casualità della lite e della colluttazione (la morte fu causata dalla punta di un ombrello conficcato in un occhio) e l’autopsia della ragazza uccisa confermò che quest’ultima fosse sotto l’effetto di un’ampia dose di cocaina, morfina e metadone ed ebbe la peggio in una rissa della quale era responsabile anche lei E questo non è forse razzismo? Anche qui si conferma il fatto che non veniamo trattati tutti in egual misura dinanzi alla legge. I giudici, infatti, avevano già condannato la ragazza rumena etichettandola con lo stereotipo di ‘’prostituta romena’’ pericolosa ed inaffidabile. Anche i giudici che dovrebbero essere imparziali hanno dei forti pregiudizi che si vanno ripercuotendo sul lavoro, tutto a scapito degli immigrati e della gente più indifesa. Si dice che la speranza sia l’ultima a morire e allora non ci rimane altro che sperare che i pregiudizi e gli stereotipi vadano scemando e che ritorni nel nostro Paese un po’ di giustizia, ma questa volta quella VERA.
Elisa

5 commenti:

  1. Cara Elisa, complimenti per l'ottima capacità di argomentare le tue opinioni!!! Brava

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  2. Grazie Professoressa, mi fa piacere sapere che le è piaciuto il mio testo

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  3. è forte sta foto!!!! spacca di brutto è veramente intrippante sta foto.

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  4. ed è qui che si vede il vero stile di Lollo!!!! ma come parli???ahahah

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