mercoledì 12 gennaio 2011

Memoria

Basterebbe parlare con un nonno per scoprire che anche noi Italiani siamo stati emigranti e neanche tanto tempo fa. Alla fine del 1800, inizio 1900, molte famiglie hanno lasciato le loro case costrette da esigenze lavorative. Dapprima il flusso migratorio era indirizzato verso l'Europa occidentale e la Germania e proveniva soprattutto dall'Italia del nord. Più avanti l'Italia settentrionale migliorò la propria situazione economica, grazie allo sviluppo delle industrie, così l'emigrazione riguardò principalmente il sud Italia e il "paradiso" era l'America. Dal 1890 al 1910 gli emigranti italiani furono 12.000.000. Sorsero dei "quartieri ghetto" dove si concentravano le diverse etnie."Little Italy" era il quartiere degli italiani a New York. In queste comunità chiuse però nascevano facilmente attività malavitose, tanto che questi quartieri venivano addirittura isolati dalla polizia. Gli Italiani emigrati negli Stati Uniti venivano considerati un peso dall'America, poiché il governo era costretto ad assumersi delle responsabilità sociali nei loro confronti.
Ad oggi l'Italia (e l'Europa in generale), sono meta ambita di molti popoli romeni, albanesi, polacchi, ucraini, africani, asiatici. Come gli Italiani il secolo scorso pensavano che l'America fosse un sogno, così oggi queste popolazioni pensano che il sogno sia l'Italia.Purtroppo non è stato così per noi e non è così per loro. Molti ragazzi laureati nel loro paese vengono in Italia a svolgere i lavori più umili, sottopagati e il più delle volte in "nero". Svolgono mansioni che ragazzi-e Italiani non prendono neanche in considerazione (operai edili, braccianti, badanti, colf). Ancora oggi gli emigranti si "raccolgono" in quartieri. Per esempio qui a Roma nel quartiere Esquilino c'è una vasta comunità cinese, mentre nel nostro quartiere, il Pigneto, c'è una prevalenza di asiatici e africani. Nel 2010 lo straniero viene visto da molti ancora come un invasore, come un diverso, come chi viene in un posto che non gli appartiene, viene vissuto con sopportazione, con"tolleranza", è un corpo estraneo. La frase più ricorrente è: "Ma perché non se ne tornano al paese loro?".
Il mondo è il paese di tutti. Credo che nessuno sia contento di lasciare la propria patria, la propria gente e spesso la propria famiglia per andare a vivere altrove. Si è costretti per motivi economici o per fuggire alle guerre. Molte persone continuano a pronunciare luoghi comuni, senza provare a mettersi nei panni di coloro che giungono nel nostro paese pensando di risolvere la propria vita e spesso ne fanno una peggiore della precedente. I miei nonni sono emigrati in Germania negli anni '70 ed hanno subito episodi di razzismo da parte dei loro connazionali emigrati anni prima che, ormai padroni della lingua, fingevano di non capirli. Lo straniero incarna tutti i mali del nostro paese: è lui che ci toglie il lavoro, colui che delinque, colui che grava sull'economia, colui che ci toglie le abitazioni. Si dice che studiare la storia sia importante per non ripetere gli errori passati; noi italiani la discriminazione l'abbiamo vissuta sulla nostra pelle e neanche questo è riuscito ad aprire le nostre menti. MEMORIA è la parola-chiave, purtroppo spesso è molto labile..
Lorenzo D’Urso
 
 
OCCHIO ZIO SAM: SBARCANO I SORCI!



6 commenti:

  1. é propio la verita', e, questa situazione di qualche tempo fa non manca nel nostro video.
    penso che il nostro video sia finito per domenica sera.

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  2. bel testo d'urso e quoto lorenzo è prorio vero!!!!!!!!

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  3. stupendo lore sono daccordo con lollo!!!!

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  4. Non esiste un uomo diverso dall altro, tutti gli uomini hanno trascorso una parte della prorpria vita come tutti gli altri uomini.

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