(Kevin)
Inghilterra, vittoria legale di una coppia gay:
"discriminati da albergatori cristiani"
Diverse le reazioni alla sentenza del giudice Rutherford. John Wadham, direttore della Commissione per l’uguaglianza e i diritti umani, sostenitrice della causa di Hall e Preddy, ha affermato che “Praticare la propria religione e vivere secondo le proprie convinzioni è uno dei diritti fondamentali della persona, così come lo è non essere cacciati da un albergo in ragione della propria omosessualità”.
L’attivista per i diritti umani Peter Tatchell ha dichiarato che “Sebbene ognuno abbia diritto alle proprie convinzioni, nessuno può porsi al di sopra della legge”, precisando che ai credenti non dovrebbe essere permesso di usare la religione quale pretesto per discriminare gli altri.
Soddisfazione è stata espressa anche da Ben Summerskill, direttore generale di Stonewall, organizzazione per la difesa dei diritti di lesbiche, gay e bisessuali: “Non si può cacciare una persona da un hotel perché ebrea o di colore, né si può nel 2011 umiliare una persona cacciandola a causa della sua omosessualità”.
Sul versante opposto Mike Judge, del Christian Institute, ha sostenuto che la sentenza “dimostra una volta di più come le leggi sull’uguaglianza vengano usate come una spada invece che come uno scudo” e che in questo modo “i cristiani vengono marginalizzati”.
Dal canto loro i coniugi Bull hanno puntualizzato di aver seguito semplicemente le loro convinzioni, senza essere mossi da ostilità nei confronti di nessuno, tuttavia, come ha spiegato Dominic Casciani nella sua analisi, quando le convinzioni o azioni personali ledono il diritto altrui a vivere la propria vita, allora secondo la legge si è in torto.